LA MICROFILMATURA DELLE PERGAMENE DEL FONDO MESSINA IN MOSTRA NEL 1994 A PALAZZO ZANCA SARA' MESSA A DISPOSIZIONE DEL COMUNE

Nel corso di un conferenza stampa a palazzo Zanca, cui hanno partecipato il presidente del Consiglio, Giuseppe Previti e l'assessore alle politiche scolastiche, Salvatore Magazzù è stata ufficializzata la decisione della direzione generale per gli archivi del Ministero dei Beni Culturali, di rendere disponibile per la città di Messina, la microfilmatura delle pergamene ed il materiale digitalizzato per la mostra "Messina: il ritorno della memoria”. All'incontro con i giornalisti hanno partecipato l'on. Vincenzo Garofalo, che ha avuto contatti con il ministro per i beni culturali, sen. Sandro Bondi, per il buon esito della collaborazione tra Comune e Direzione generale delle biblioteche, ed il presidente della commissione consiliare politiche culturali, Gaetano Caliò, con i consiglieri comunali Carmelo Conti, Marcello Greco e Sebastiano Tamà. L'intendimento dell'iniziativa è di offrire la più ampia fruizione e conoscenza dei contenuti della mostra che fu inaugurata a Palazzo Zanca, il primo marzo 1994, con il patrocinio della Presidenza della Repubblica, ed organizzata attraverso un comitato scientifico e organizzativo di cui fecero parte il Ministero per gli Affari Esteri, quello dei Beni Culturali; la Regione Siciliana ed il Comune di Messina. Il 26 aprile 1992, le pergamene del Fondo Messina erano giunte dalla Spagna a Torino presso il laboratorio di restauro, e fu effettuata la microfilmatura in bianco e nero e la documentazione fotografica a colori. Dopo l'intervento, che si è differenziato in base alle tipologie di degrado di ciascun documento, 1310 pergamene sono ritornate a Siviglia (settembre 1993), mentre 115 sono state esposte nella grande mostra "Messina, il ritorno della memoria storica" allestita a Palazzo Zanca, dal 1 marzo al 28 aprile 1994. Il duca di Segorbe, venne in visita a Messina il primo novembre 1991, e a palazzo Zanca, confermò l’adesione alla mostra delle pergamene provenienti dai fondi dell'Archivio della città, dell'archivio arcivescovile di Messina e di quello di San Salvatore. Antichi documenti della storia siciliana e messinese, risalenti al periodo intercorrente tra i secoli XI e XVI, tornarono così, dopo oltre trecento anni a Messina, per restituire "un grano de arena", "un granello di sabbia", alla memoria storica. La documentazione conservata a Siviglia nella Casa de Pilatos, archivio ducale di Medinaceli, è stata fino ad allora inaccessibile agli studiosi. Si tratta di un patrimonio storico di 1425 reperti, contenenti documenti storici sui privilegi che Messina ottenne nel corso dei secoli, in primis quelli concessi dai re normanni nei secoli XI e XII. Una ricca documentazione della mostra si può ammirare nel volume ad essa dedicato, curato dalle Edizioni Novecento. La vicenda delle pergamene con i privilegi di Messina ha inizio la notte del 9 gennaio 1679, quando il viceré spagnolo Francisco de Benevides conte di Santo Stefano, le portò via dalla Torre del Duomo di Messina, come conquista personale per arricchire gli archivi della sua nobile famiglia. Tale atto costituì l'umiliante vendetta degli spagnoli nei confronti della città, rea di essersi ribellata al dominio di Carlo II con una sollevazione iniziata nel 1674 e durata cinque anni. Fino ad allora Messina aveva conosciuto un lungo periodo di ricchezza e fioritura: le più dirette e preziose testimonianze di tale civiltà e dell'evolversi della società, dell'economia e delle istituzioni messinesi - dal dominio normanno nella Sicilia orientale dell'XI e XII secolo, ai privilegi concessi alla città dall'anno Mille sino al '600 - erano contenute proprio in quei documenti, custoditi negli archivi della Torre. Ecco perché gli spagnoli, per vendicarsi dei presunti torti subiti, asportarono gli archivi, cancellando anche simbolicamente l'identità di Messina e dichiarando al contempo la città "morta civilmente e indegna di ogni onore". Nei secoli, Messina subì altre perdite e distruzioni in occasione del terribile terremoto del 1908 e dell'ultimo conflitto bellico, ed a Siviglia, nell'archivio del Duca di Medinaceli, vennero ritrovate le pergamene del Fondo Messina. Il grande interesse scientifico e le implicazioni emotive suscitate da questa scoperta dettero impulso ad un affascinante progetto: restituire a Messina la propria memoria storica, recuperando a vantaggio della comunità (e non solo di un più ristretto gruppo di studiosi e ricercatori) un ingente patrimonio di documenti, che consentirono una più ampia conoscenza di eventi che vanno ben oltre i confini della Città e dell'Italia stessa. Tra quelle pergamene, che furono esposte a Messina, vi era quella classificata con il numero 46 nel catalogo che fu realizzato, che confermava i benefici concessi alla città da Enrico VI, e che pose fine alla critica che ipotizzava la non veridicità del privilegio che Civitati Messane concessit, il 28 ottobre 1194.

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