Antonello...il messinese, anzi il messaneus!

Penso ad Antonello Da Messina e cerco di sentire la sua anima, doveva incarnare lo spirito del vero messinese. Era molto cattolico, un credente non solo praticante, ma anche spiritualmente molto vicino ed intimo a Dio. Era uno di quei pochi laici che cercano di mettere in pratica il vangelo nelle varie vicissitudini che la vita ci pone dinnanzi. Doveva essere un passionale, uno che si accendeva facilmente ed uno che amava molto imparare e conoscere anche da culture differenti. Me lo vedo accanto al Colle dell'Oliveto scendere dal forte dell'Andria, mentre osserva con amore il superbo panorama sul sobborgo di S.Leo che si gode da quell'altura, fino ad arrivare alla chiesa di San Giovanni di Malta in un'antichissima zona della città chiamata Piano di San Giovanni oggi sede della Villa Mazzini. Da lì, dalla spianata di San Giovanni, luogo di cavalieri e difensori della fede, egli ammira in tutto il suo splendore il ricurvo braccio di San Raineri, ed ecco si lo posso scorgere, il giovane Antonello ammira estasiato Galee, navi di ogni tipo e gente di ogni nazionalità e cultura e senza esitazione, pervaso da visioni e associazioni di idee mitiche, desidera con tutto sé stesso e ardentemente di possedere ogni sfaccettatura del fantastico ed inesplorato scibile umano per poterlo rappresentare a suon di pennellate a tutto il resto dell'umanità. Decide così di partire, verso i confini della seta, di cui Messina ne era centro insieme alle fiandre e proprio da questo popolo apprende tutte le tecniche della pittura ad olio. Antonello non è mai sazio di comprendere la verità e così gira l'Italia e non si ferma un momento e poi tutto quello che ha dentro come un fiume in piena lo riversa sulle sue tavole di legno. E' leggera la sua fantasia, veloce la sua immaginazione, preciso il suo tratto e la sua incisione, non sbaglia un colpo ed ogni cosa prende corpo e anima, come se fosse veramente animata. Le sue madonne piangono senza lacrime, i suoi Cristi benedicono senza parlare ed è un susseguirsi di palpiti ed emozioni. Antonello nei suoi meravigliosi dipinti inseriva moltissimi indizi per capire alcune cose del suo tempo e lo faceva con gli enigmi perché se lo avesse fatto apertamente lo avrebbero ammazzato o scomunicato. Lui era umile ed anche se famoso ed il più onorato in terra straniera decise di morire povero, senza una tomba da uomo illustre, solo in mezzo ai frati, senza una ricca lapide di marmo con caratteri gotici o latini e senza fragorosi e vuoti epitaffi, possiamo dirlo a tutti quanti con certezza, Antonello non voleva essere un sepolcro imbiancato, bello esternamente e putrido internamente...lui volle morire come il più semplice degli uomini, anonimo, senza targhe e lustrini e senza un funerale pomposo, difatti nelle sue ultime volontà chiese che neanche il clero partecipasse alle sue esequie, ma solo i monaci osservanti, i conventuali, quelli che mettevano in pratica la vera regola che lasciò San Francesco, il poverello d'Assisi. Lui era quello che riusciva a rendere vero quello che per altri era una mera parvenza del reale....Per me caro Antonello se stato e sarai il più grande concittadino che Messina abbia mai avuto...Antonello ti sento!

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