Tra Messina e Foggia c'è Oronzo Pugliese.




L'11 marzo di 29 anni fa lasciava questo mondo per passare a miglior vita Oronzo Pugliese, uno dei tecnici più preparati del panorama calcistico nazionale di tutti i tempi. L'allenatore natio di Turi (BA) allenò sia i peloritani che i satanelli più di mezzo secolo fa e con entrambi i club centrò traguardi importanti; con i giallorossi sedette 4 stagioni non consecutive, nei primi due anni nel ruolo di allenatore/giocatore successivamente nel '49/50 nei panni soltanto di mister centrando la promozione in serie B dopo essere subentrato in corsa a Balicics.  Tra il 1961 al 1965 invece con i rossoneri di Puglia riuscì a fare il doppio salto di categoria dalla C sino alla massima serie. Durante l'esperienza foggiana verrà premiato a livello nazionale come miglior allenatore italiano. Egli, con quella matricola di affamati, fu uno dei pochi a battere l'Inter di Helenio Herrera tanto da meritarsi l'appellativo di "Mago". A Messina il Mago di Turi vinse un campionato impensabile sotto la presidenza del Principe Carlo Stagno d'Alcontres. 
I biancoscudati risulteranno difatti leader indiscussi di quel torneo sotto la guida tecnica di Pugliese che saggiamente riuscì ad esaltare calciatori con il vizio del goal quali: Della Casa e il francese Marchetto che appunto con lui misero in mostra tutto il loro potenziale offensivo straripante. In quella stagione non ce ne fu per nessuno e dietro al club di Via Dogali numero 20, si classificheranno squadre di tutto rispetto come il Cosenza, la Reggina, il Lecce, l'altra squadra peloritana dell'Arsenale (che vantava una rosa fortissima per la serie C), il Crotone, il Brindisi, il Benevento e il Foggia; insomma fu un successo e un tripudio di emozioni quell'annata fantastica. Vincere non era facile, ma gli uomini guidati dal trainer di Turi erano decisamente di un altro pianeta e una spanna sopra chiunque. Annotiamo tra i ricordi degni di essere menzionati in questo pezzo-armarcord, l'esordio di Fabio Capello con la maglia della Roma per volere del tecnico barese che allora guidava la rosa dei lupi;  fu dunque Oronzo Pugliese a lanciarlo nel grande calcio e a credere nelle sue enormi potenzialità fino ad allora ancora inespresse. 

Nella sua carriera Pugliese fu molto amato dal pubblico, la dedizione che metteva nel suo lavoro erano il suo punto di forza. Diventò un personaggio mediatico e conosciutissimo al grande pubblico grazie al suo modo di vivere con grande passione le partite nelle quali correva ripetutamente avanti e indietro lungo la linea laterale del campo di gioco dove incitava senza sosta i propri giocatori che per lui chiamava "picciotti", il più delle volte in dialetto pugliese invece dava istruzioni molto personali «Pigghia ’sta palla sinnò t’accide!» «Prendi questa palla, sennò ti uccido!». 

Una piccola curiosità che non tutti conoscono, alla figura di Pugliese si ispirarono i creatori del personaggio di Oronzo Canà, interpretato dal mitico Lino Banfi per il film L’allenatore nel pallone (1984) e L’allenatore nel pallone 2 (2008), entrambi diretti da Sergio Martino. Per concludere i nostri nonni ci raccontavano che celebre tra la tifoseria era la sua scaramanzia, infatti, prima delle partite importanti soleva spargeva sale ai bordi del campo, gesto che spesso si è ripetuto nella storia del calcio messinese che da Oronzo prese ad abitudine questa ritualità contro ogni influsso negativo. Era famoso anche per i suoi blitz ai calciatori, li controllava con fare maniacale nei locali cittadini appostandosi anche davanti ad appartamenti e alberghi.





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